27/3/2018
Tutto pronto, borsa fatta, siamo intorno ai 10Kg, purtroppo il clima non si prevede dei migliori e quindi sono costretto a caricare un mix di 4 stagioni di indumenti. Ci siamo, domani si parte.
28/3/2018
Oggi non si cammina, si vola. Sveglia alle 4,11 e alle 4,30 si parte direzione Fiumicino. Aereo alle 7:40 puntuale ed alle 10:20 sono a Madrid.
Bella giornata. Mangio qualcosa nell’attesa del bus delle 13,45 che mi porterà ad Astroga la mia città di partenza, non sarà tutto il “Camino” per me ma ho bisogno di fermarmi e mettere ordine alla mia vita, non so quanto questo viaggio possa aiutarmi, ma è una cosa che volevo fare da tempo e spesso per come siamo fatti se la vita non ti dà dei ceffoni per svegliarti non abbiamo mai il coraggio di decidersi. Adesso ho deciso finalmente di partire, ma quanto io sia pronto fisicamente e mentalmente per questa avventura non lo so ancora.
Dopo molto girovagare trovo la piazzola dove partirà il mio autobus. Grazie all’aiuto di una signora capisco che il bus che ho preso in realtà mi porterà solamente alla stazione fuori Madrid dove poi prenderò quello diretto per Astorga. Il viaggio di oltre 3 ore passa rapidamente grazie anche alla TV che ogni posto ha a sua disposizione….il mio film “the Martian”.
Arrivo ad Astorga e mi reco all’Albergue dove mi sitemano con dei signori Finlandesi loquaci, un pò attempati, sono alla loro 3a parte di cammino e forse l’ultima, sono partiti da S.Jean PDP e ogni anno fanno parte del percorso francese. Mi chiedono se ho intenzione di arrivare a Santiago e perchè sono in viaggio. Uno di loro quando capisce il mio periodo incasinato mi fà: “you are here…the life is somewhere” probabilmente ha ragione, i problemi sono altrove, spero qui di trovare la serenità per analizzarli nei lunghi momenti solitari, quello che infatti qui si capisce subito è che il tempo non ha molta importanza. In questo poi la Spagna è la terra ideale, le giornate nonostante ancora sia Marzo sono lunghe, ricordo che non c’è fuso orario diverso dall’Italia nonostante sia molto più a Ovest, gli Spagnoli poi mangiano alle 22:30 ed oltre quindi c’è sempre movimento e non c’è mai la sensazione di essere in ritardo.
Caffè ed alle 21,30 si comincia a pianificare la prima tappa, alle 22:00 già dormo.
29/3/2018
Si parte….a piedi finalmente!! Fa freddo, i primi km non sono impegnativi, ho stabilito per i giorni a mia disposizione di mantenere una media di 28Km giornalieri. Ne percorro 20 di chilometri e mi fermo a mangiare un bel bocadillo al prosciutto. Provo a scrivere il mio taccuino da viaggio ma ho le mani così irrigidite da non scrivere con la consueta scioltezza. Fisicamente sto bene, le gambe vanno, ma lo zaino piano piano sta diventando un macigno. Durante la marcia ho fatto alcune centinaia di metri con un americano di Yellowstone simpatico e loquace, ma non aveva il mio passo, si ferma inoltre a fotografare qualsiasi rudere dicendo che in America non ci sono cose vecchie, in effetti come dargli torto. Ovviamente in questi primi paesini minuscoli i pellegrini sono trattati bene essendo l’unica fonte di reddito o quasi. Pranzo a Rabadal del Camino, dopo questa mattinata cominciata prima dell’alba anche un sasso sarebbe buono, ma il bocadillo lo è veramente e pure la birretta.
Fine della tappa a Foncebadon dopo altre 2 ore di passeggiata, nevica! l’ostello parrocchiale è chiuso, mi fermo ad uno vicino che con 18€ dà pernotto, cena e colazione. Doccia, bucato e mi riposo fino alle 16. Nevica abbastanza bene e fa molto freddo, metto orologio e telefono a caricare. Caffè, le previsioni non promettono nulla di buono, dicono che prima delle 8:00 difficilmente si potrà riprendere il cammino. Nell’attesa dopo lunga riflessione ho comprato la nuova TV sui siti on-line, tutte le altre riflessioni filosofiche esistenziali sono rinviate a data da definire…ci sarà tempo.
Cena con zuppa, pesce ed insalata. Vicino a me c’è un belga con il quale ho parlato a lungo di birra d’abbazia e mi ha consigliato un bellissimo convento dove fanno birra artigianale in edizione limitata.
Sono le 21:45 tutti a nanna, fuori nevica ancora!
30/3/2018
Sveglia presto, sono le 6:30. E’ tutto bianco , c’è vento forte e nevica. Mi lavo, preparo la borsa. Oggi scarponi, lascio le mie belle scarpe da trail-running più che collaudate e mi devo mettere questi scarponi, sono usati ma mai per percorsi di oltre 25-30km.
Colazione con fette biscottate, marmellata, biscotti, succo di frutta, latte e caffè. Sono pronto alle 7:22.
Ancora è buio il sole sorge tardi qui ed il tempo non aiuta. Poco importa entro le 8:00 siamo già quasi tutti fuori. Buen Camino!
Quanta neve a terra e quanta ancora scende, partiamo in gruppo, ma il sentiero è troppo innevato e dobbiamo deviare seguendo la strada asfaltata che dopo lo spazzaneve è praticabile. Sono attrezzato per il freddo, anzi oggi lo zaino è anche un pò più leggero. La tradizione vuole che alla Cruz de Hierro si getti un peso portato da casa, io come molti il peso lo abbiamo portato da casa ma non si può gettare, magari si potesse, è un peso interiore, perciò mi limito a lanciare un peso portato da 2 giorni. Camminare a questi ritmi e con questi paesaggi però rilassa, forse è solo un caso o forse perchè la Cruz sta nel punto più alto e poi si comincia a scendere e quindi in effetti la fatica diminuisce, sarà il sasso o la discesa, ma un pò meglio mi sento. Ascolto mia figlia tramite Wup e mi scalda il cuore…dopo due giorni effettivamente mi sento meglio. Dopo una ventina di chilometri arrivo a Molinaseca, pranzo con il solito panino, stavolta salame piccante e formaggio e una cerveza. E’ l’una si riparte destinazione Ponferrada.
A Ponferrada incontro Melanie, una ragazza argentina con un’allegria incredibile ed una storia simile alla mia, in realtà ci siamo già visti ad Astorga appena partiti il primo giorno, però lei cammina veloce e dopo pochi metri già era sparita in lontananza. Ci fermiamo all’ostello parrocchiale e dormiamo in una stanza dove c’è anche un polacco che vive e lavora in Norvegia dopo che ha perso tutto per un investimento sbagliato. Con Melanie e due spagnoli andiamo in giro per Ponferrada, visitiamo la città ed il castello. Ceniamo tutti insieme.
Domani altri 29km in programma.
31/03/2018
Da Ponferrada partiamo alle 7:30, siamo io, Melanie (Argentina), Loraine (americana di NY), Vicente e Vicente Jr due spagnoli (sembra l’inizio di una barzelletta…).
La cosa bella del camino però è che ognuno ha il suo passo, non c’è problema nel lasciare il gruppo o aggregarsi ad altri. Così dopo poco rimaniamo io e Melanie, per tutti la metà “dovrebbe” essere Pereje. Ci fermiamo dopo 10Km a colazione con la classica frittata di patate e caffè, poi continuiamo fino a Villafranca de Bierzo, pranzo e spesa per la cena. A Pereje arriviamo solo noi però il nostro gruppetto si è sbriciolato nel tragitto.Oltre 29Km in totale ma cominciamo ad avere alcuni acciacchi, io almeno ho un fastidio alla caviglia.
Prepariamo la cena e a tarda ora arriva un coreano. La sua storia ha dell’incredibile: incidentato prima di partire (lui da SJPDP) ha una protesi all’anca per uno scontro in moto, va così piano che sui Pirenei non equipaggiato a dovere ha rischiato il congelamento delle mani, così ha tutte vesciche sugli arti e intorno alle labbra (e ne è passato di tempo per lui dai Pirenei), ha perso il telefonino in una caduta e riesce a camminare ad una velocità massima di 2,5- 3 Km/h. Gli offriamo la nostra pasta e lui in cambio mette il dolce. Certo che se il coreano è riuscito a fare oltre 450Km così ridotto tutti possiamo fare qualcosa di grande, forse è soltanto la forza del Camino. A letto presto.
01/04/2018
Oggi è Pasqua, anche se in questi paesi minuscoli non c’è alcuna aria di festa. Si parte abbastanza tardi sono le 8:00. Tappa difficile 25km con la salita finale a O’Cebreiro di 9Km ed un bel dislivello. Ancora una volta siamo io e la ragazza argentina, abbiamo scherzato molto durante il viaggio sicuramente ottima compagnia. Oggi però non va, comincio ad avvertire dolori ai tendini della tibia del piede destro e la salita nella neve e fango che porta a O’Cebreiro è la mazzata finale. Sono le 15,30 quando arriviamo.
Qui per via della festività e della neve c’è tanta gente, e dopo vari giorni di solitudine a cui mi stavo abituando mi trovo in una confusione turistica. Doccia e riposo, giriamo un pò per il piccolo paesino e ceniamo con un ottimo polipo alla gallega. Si va a nanna il piede è da buttare e mancano ancora oltre 170 Km a Santiago….sono preoccupato!
02/04/2018
Oggi sarà dura, alle 8:00 colazione al bar con pane bruscato e marmellata e latte macchiato. Poi si parte…va male, i tendini a freddo fanno un male cane, nel senso che sembra un cane che morde ad ogni passo, Melanie continua con il suo passo, io preferisco rallentare, uso i bastoncini che fin’ora avevo portato e mai utilizzato (grave errore, lo zaino pesa e i bastoncini sarebbero stati d’aiuto anche prima), inoltre nevica ancora e poi a mano a mano che si scende la neve si trasforma in acqua gelida. Dopo 22 km arrivo a Tricastela, decido che per oggi basta così, domani devo partire presto e recuperare qualcosa, anche se i tendini fanno male anzi malissimo, dovrei riuscire a fare almeno 35 km per riportarmi in media. L’altra gamba tiene per il momento, arrivo all’albergue di Tricastela, pago i soliti 6€ e poi con il ghiaccio preso al bar vicino mi distendo sul letto. Sono veramente abbattuto ho paura che la situazione può solo che peggiorare e sono ancora a oltre 145 km dal traguardo. Se domani non va dovrò prendere l’autobus o il taxi, non ho neanche voglia di pensare alla cena.
Decido dopo un’ora di riposo invece di ripartire, non mi bastano i 22 km inoltre la ragazza tedesca sotto al mio letto ha deciso che non ha tempo di lavarsi ed emana un odorino veramente particolare, forse è la spinta che mi ci voleva. Mi rivesto, zaino al volo e si riparte, direzione Calvor, prendendo il cammino più corto anziché quello più panoramico, sono comunque altri 14 km!!! per arrivare a qualcosa dove posso trovare un letto. Vado, piove a dirotto, il tratto però è bellissimo, fiumi, boschi, mucche al pascolo.
Dal gps che ho nel mio orologio dovevano essere 13 km circa invece dopo 15 non si vede nulla oltre alla campagna, ho trovato un negozietto e preso il ghiaccio, ma l’albergue del pellegrino non si vede, impreco per quasi tutti i passi che ho fatto, ne tiro giù parecchie perchè ho esagerato, la gamba fa malissimo e non so quando arrivo.
Chiedo informazioni, manca circa un km quando finalmente arrivo a Calvor. Dio esiste!!!
Nonostante le imprecazioni chi trovo nell’albergue con me? tre ragazze di Santiago…. del Cile, mi vedono in difficoltà dopo i quasi 40 km e con mio stupore una delle tre ragazze (anche molto carina) decide di occuparsi di me perchè è dottoressa e anche agopunturista! Mi dice che al ritorno dalla cena comincerà a punzecchiarmi, si chiama Emilia ed è fantastica.
Non avevo mai fatto l’agopuntura fino ad oggi, ma posso dire che funziona.
Piccola nota: lo zaino ormai non lo sento quasi più, fa parte di me anzi è tutto il mio mondo, ogni giorno stringo un pò la cinghia sembro quello di “into the wild”. Dio esiste e sta a Santigo..del Cile.
03/04/2018
L’agopuntura funziona il problema è che bisogna ripartire e dopo qualche chilometro non fa male solo il destro, ma per quanto l’ho sforzato ora comincia a far male anche il sinistro, visto che ieri ho fatto molti chilometri parto insieme alle cilene verso le 8:30. Ci fermiamo dopo 20 km per pranzo, zuppa, ghiaccio e Oki, il dolore non passa. Dopo altri 10 km si arriva a Portomarin, sono esausto, i piedi sono arrivati, altra seduta di agopuntura. Si cena con riso, cereali, pesce in scatola, dopo cena caffè e poi a nanna, ma si dorme molto male con i tendini delle caviglie che non sopportano neanche il sacco a pelo appoggiato sopra.
04/04/2018
Oggi devo fare almeno 32 km, faccio stretching, le cilene decidono di fermarsi a Palas de Rei come suggeriscono le guide…io devo continuare, peccato sono di nuovo solo. Emilia però mi ha insegnato tanto, viaggerà per quasi 3 mesi in Europa, ha perso tempo per me nonostante non mi avesse mai incontrato prima d’ora, con le altre raccoglie tutta la plastica che incontra nel suo pellegrinare, forse la gente buona c’è basta solo cercarla.
Sono arrivato a Casanova, per ora siamo solo in 3 (io e due giovani tedesche che parlano solo fra loro), mi lavo e ceno con pollo e patate presi prima di arrivare. Al dolore dei piedi ormai mi sono abituato, la mia testardaggine vincerà. A letto presto domani altri 40 km in modo che per l’ultima tappa ne resteranno solamente 20. Good night!
05/04/2018
Parto presto, sono le 07:30.
Attraverso Melide e nella piazza principale un taxi si accosta al marciapiede proprio mentre passo io, sembra arrivato per me e per una decina di secondi mi fermo in meditazione, anzi faccio pure qualche passo verso di esso… ma poi desisto mi giro e continuo. Ho preso l’ibruprofene, che qui penso sia la medicina che va per la maggiore, banane, cioccolata e acqua. Mi fermo per pranzo dopo 20 km, prendo una bella minestra di lenticchie. Le gambe forse per gli antidolorifici o per rassegnazione al dolore sembrano dare meno fastidio. Arrivo fino a Santa Irene, ho percorso più di 44 km, domani per Santiago ne mancano solo 23.
All’albergue per la prima volta comincio a incontrare famiglie con bambini, l’effetto degli ultimi 100 km si comincia ad avvertire, nonostante il periodo.
Per cena panino imbottito e birra.
06/04/2018
Ci siamo, oggi si arriva, sveglia alle7:00, lavata veloce e zaino, si riparte… ma prima l’ennesima lezione del Camino: “mai giudicare”!
Parlo con un signore che ieri un pò puzzolente ha impiegato 2 ore prima di andare a farsi la doccia restando nel dormitorio a leggere sulla brandina. Sembra un derelitto, zoppica ma più per la veneranda età che per acciacchi vari. E’ partito da Burgos (se fossi partito io da Burgos ora sarei senza gambe) ha una storia complicata dietro ma un sorriso enorme, ha una guida che ogni giorno lo aiuta durante il suo viaggio e ha deciso che sarebbe arrivato a Santiago nonostante tutto. Parla 3 lingue benissimo ed è francese. E’ proprio vero che tutti abbiamo la nostra storia e non dobbiamo fidarci delle apparenze, se qualcuno poi prende un bus, un taxi o cerca aiuto probabilmente c’è un motivo ed in molte situazioni lo avremmo fatto anche noi. E’ ora di andare sono le 7:40 e Santiago ci aspetta.
Le gambe vanno e piove ancora, in 10 giorni avrà piovuto 6, 2 volte neve e 2 volte sole.
Mi fermo dopo 5 km per colazione e dopo altri 7-8 km per un caffè, oggi c’è gente ed il percorso non è bello. Ci sono tutti, da chi ha percorso 800 km a chi sta facendo la scampagnata con zainetti così piccoli che non c’entra neanche una bottiglia d’acqua, che quando li guardi pensi: ” così non vale!”, poi pensi al tuo di zaino che ormai è diventato un amico e pensi che è stato un compagno ideale, che in ogni momento ti è stato accanto e ti ha fatto sentire sempre la sua presenza, a volte è stato pesante ma spesso è stato d’aiuto.
Santiago si avvicina, la pioggia toglie molto panorama dalla vista. Arrivo verso l’una, passo per la Cattedrale e poi vado a ritirare la Compostela o meglio il certificato di distanza. Per oggi ho prenotato un hotel, il primo di tutto il viaggio, avevo deciso di lasciarmi un giorno per visitare la città partendo il giorno seguente. Bagno bollente e quasi mi addormento nella vasca. Pranzo al volo alle 17 e poi alle 19 tutti a messa.
La messa è una sorta di giornata mondiale, ci sono tutti , da tutti i continenti, grandi e piccoli, acciaccati e turisti dell’ultima ora, ma quello che tutti si chiedono è se ci sarà il botafumeiro.
Io penso che il botafumeiro c’è sempre, perché ormai basta pagare alcune centinaia di euro (di solito in colletta) e magia…. il botafumeiro svolazza per tutto il transetto. Comunque è uno spettacolo piacevole e vedere questo proiettile con la scia di fumo sfrecciare da un lato all’altro è rilassante.
Il mio viaggio termina qui, il primo in solitaria ed il bello è stato proprio questo.
Le mie conclusioni
Ognuno ha una motivazione personale per compiere un pellegrinaggio, probabilmente la stragrande maggioranza dei pellegrini non ha alcuna intenzione di effettuare un Cammino sacro, però forse abbiamo tutti bisogno di una pausa. Ecco forse la parte magica del Cammino è proprio quella di isolamento, di trovare il tempo per te, se ci pensate ogni tappa che sembra infinita ci porta, in situazioni quotidiane, spesso a tratti più brevi di quelli che facciamo per fare la spesa o andare al centro commerciale, a piedi e nella natura invece hai tutto il tempo per te. Io sono partito da solo portando con me tante questioni aperte, ovviamente molte sono rimaste tali, però forse meno pesanti ed un po’ più sviscerate. Ho scelto inoltre un periodo non proprio favorevole, ho incontrato freddo e neve, tanta pioggia, però ho capito che è in questi periodi che si incontrano le persone più autentiche, quelli che non vogliono fare la vacanza low cost estiva o magari andare a rimorchio, ma quelli partono perché vogliono o sentono che è giunto il momento. Io che ho fatto solo parte del percorso, gli ultimi 300 km, ho notato la differenza tra i primi 200 e gli ultimi, e non c’è paragone, la magia della solitarietá che c’è nel passeggiare in pochi è meravigliosa. Fatelo, fatelo da soli, non c’è pericolo nel percorso, parlate con tutti e non giudicate, anzi parlare a persone che possono darti consigli veri perché disinteressati non vi capiterà facilmente.
Buen Camino a tutti e buona vita!