Quasi ogni anno trascorro alcuni giorni di vacanza in Grecia, in un paesino sulla costa appena a sud di Igoumenitsa che si chiama Syvota (prima o poi scriverò anche della Grecia, ma merita più di quello che ho visitato) e mentre all’andata vado con il traghetto, il ritorno lo affronto via terra, una volta attraversando Albania e Montenegro oppure come quest’anno attraverso i Balcani : Macedonia del Nord, Kosovo, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina, Croazia e Slovenia.


25 Agosto Macedonia
E’ la mattina del 25 agosto e dopo colazione salutiamo la banda greca che ci ha fatto compagnia per una settimana e si parte per il viaggio di rientro, prima sosta Bitola in Macedonia del Nord. Siamo io, Camilla e Julia.
Per andare da Syvota a Bitola è quasi tutta autostrada, sono appena 3 ore di auto ed anche alla frontiera non perdiamo troppo tempo, controllo dei documenti, ci fanno aprire il bagagliaio per una vista veloce perché giustamente abbiamo l’auto abbastanza piena di borse con la (ormai immancabile) tenda da tetto. Dopo poco si arriva a Bitola.
Localizzata nella parte sud-occidentale della Macedonia del Nord, Bitola è un centro amministrativo, culturale, economico, industriale, formativo e scientifico di rilevante importanza nella storia della Macedonia. È per numero d’abitanti la terza municipalità della Macedonia del Nord, preceduta solamente dalla capitale Skopje e da Kumanovo, ed è attraversata in senso ovest-est dal torrente Dragør. Parcheggiamo l’auto nei pressi del centro e mentre passeggiamo nella cittadina cerchiamo un posto per mangiare. Da vedere la torre dell’orologio, la moschea Nuova, il bazar ed il centro cittadino con Magnolia Square.

https://www.360cities.net/image/magnolia-square-bitola

Dopo pranzo purtroppo siamo costretti a fuggire non appena il maltempo ci da una piccola tregua, nel giro di un’ora c’è stato un piccolo nubifragio. Si prosegue per Skopje la capitale.
La strada Bitola – Skopje è quasi tutta in costruzione, ci sono lavori in corso ovunque, parecchi tratti sterrati e a questo si è aggiunto il temporale che ci accompagna quasi per tutto il viaggio. Ci fermiamo in un autogrill dove facciamo scorta di schifezze da viaggio e così tra due caffè, una cioccolata, un estatè, una bottiglia d’acqua spendiamo ben…2€ (p.s. anche il gasolio costa meno che in Italia). Nel pomeriggio arriviamo a Skopje, prenotiamo addirittura due camere talmente è economico l’hotel (con colazione inclusa) e dopo una veloce rinfrescata siamo pronti ad uscire.
Skopje è la capitale della Macedonia del Nord. Con i suoi 568210 abitanti è anche la città più popolosa del Paese.
La Città di Skopje costituisce una speciale area amministrativa nell’ordinamento dello Stato, la Grande Skopje, costituita da dieci comuni. Con più di un quarto della popolazione del Paese, è il centro politico, culturale, economico ed accademico della nazione. Conosciuta al tempo dei romani sotto il nome di Scupi, la città si è sviluppata rapidamente dopo la seconda guerra mondiale, ma questa crescita venne interrotta nel 1963, quando fu colpita da un disastroso terremoto.
Skopje si trova lungo il corso superiore del fiume Vardar (Assio) e su una delle strade principali dei Balcani tra l’Europa centrale ed Atene. È un centro principale per le industrie metalmeccaniche, chimiche, tessili, di stampa e concerie, ma ha sofferto molti fallimenti dal 1991. Lo sviluppo industriale della città è stato accompagnato dallo sviluppo del commercio e del settore bancario, così come nel campo della cultura e dello sport. Skopje è anche un mercato di prodotti agricoli e zootecnici. L’università risale al 1949, quindi la città è anche un importante centro culturale nell’ambito della Repubblica. Ospita uno dei due aeroporti dello stato. Il terremoto del 1963 ha distrutto diversi monumenti di rilievo e molte zone storiche ma sono comunque ancora visibili alcuni siti di rilievo culturale. Il nuovo piano urbanistico della città dopo il terremoto fu affidato al celebre architetto giapponese Kenzō Tange e i lavori furono terminati attorno al 1980.
Fra i monumenti della città si annoverano chiese bizantine, il ponte di pietra voluto dal conquistatore turco Maometto II e il bazar. È inoltre presente una targa commemorativa a ricordo della nascita di Madre Teresa di Calcutta, a cui recentemente è stato eretto un mausoleo in pieno centro, nella Makedonska Ulica
Iniziamo dalla parte vecchia della città che è proprio dietro il nostro hotel, attraversiamo il vecchio bazar e raggiungiamo la Moschea di Mustafà Pascià. Poi attraversando il ponte di pietra ci trasferiamo nel centro della città.
Si nota molto il contrasto tra il nuovo ed il vecchio, tra questo finto classico e le moderne attività così come tra le vie principali finite e i corrugati lasciati a vista dei lavori da completare. Una città in completa trasformazione.

Cenetta in un locale nella piazza centrale e poi a dormire, domani si cambia Nazione.

https://www.360cities.net/image/skopje-mustafa-pasha-mosque
https://www.360cities.net/image/old-bazaar-skopje
https://www.360cities.net/image/monument-of-the-gemidzii-skopje


26 Agosto Kosovo
Dopo un breve giro nel bazar di Skopje si riparte, direzione Pristina in Kosovo. Il Kosovo è uno Stato a riconoscimento limitato, autoproclamò l’indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008; quest’ultima dichiarò immediatamente di non riconoscerne l’indipendenza, accolta invece da numerosi Stati, tra cui l’Italia. Al 2021 l’indipendenza è riconosciuta da 98 Stati membri dell’ONU su 193. Secondo la Corte internazionale di giustizia del 22 luglio 2010 la dichiarazione d’indipendenza del Kosovo non ha violato né il diritto internazionale generale né la risoluzione 1244 del consiglio di sicurezza ONU. Per entrare in Kosovo bisogna fare l’assicurazione alla macchina in un container vicino alla frontiera, solamente dopo aver pagato l’assicurazione e mostrato il tagliandino alla polizia di frontiera vengono rilasciati i passaporti. Il costo minimo comunque è di 20€. Il Kosovo è un paese in costruzione, le strade sono nuove, gratis e ottimamente tenute, i controlli della polizia numerosi, ma assolutamente non sono vere le chiacchiere delle estorsioni ai danni degli stranieri, mai avuto problemi.
La prima sosta è nella capitale Pristina, una città work in progress, con un traffico caotico, macchine ovunque, riusciamo a parcheggiare in centro e iniziamo la visita a piedi.
Prima tappa per curiosità è la biblioteca Nazionale. La Biblioteca Nazionale del Kosovo è la più grande biblioteca del Kosovo. È stata fondata nel 1944 come Biblioteca Regionale della Provincia Autonoma del Kosovo. L’edificio che la ospita è stato progettato dall’architetto croato Andrija Mutnjaković; con la sua struttura in griglie di ferro e 99 cupole in vetro bianco sul tetto, ciascuna di dimensione diversa dall’altra, lo rendono un edificio alquanto bizzarro tanto che la rivista The Telegraph ha inserito la Biblioteca Nazionale del Kosovo “Pjetër Bogdani” nella classifica degli edifici più brutti del mondo. In realtà, partendo da queste premesse, visitandola si resta anche affascinati da quest’opera. Visitiamo l’interno e poi proseguiamo verso il centro.

https://www.360cities.net/image/the-national-library-of-kosovo-pristina

Al centro un monumento di particolare importanza è il Newborn, un’opera contemporanea che commemora la dichiarazione d’indipendenza del Kosovo dalla Serbia, eretto nel Febbraio 2008 viene modificato ogni anno in occasione dell’anniversario dell’indipendenza del paese. Più che la bellezza architettonica colpisce il significato e perché in pratica è impossibile visitare lo stesso monumento due volte.

Pranziamo e ripartiamo: prossima tappa Prizren.
Distante una ottantina di chilometri da Pristina, Prizren è la seconda città del Kosovo, molto più caratteristica e tipica rispetto la capitale, qui è possibile sentire l’anima dei Balcani e la loro storia. Famosa anche perché ogni anno in luglio si tiene il Dokufest, un festival internazionale di cortometraggi e film documentari che attrae registi, giornalisti e ospiti da tutto il mondo. Trovarsi a Prizren nel periodo del festival è un’occasione unica per guardare centinaia di film, poter conoscere i produttori e visitare una città ricca di storia dove convivono culture diverse. Arriviamo in hotel percorrendo le trafficate stradine del centro, tutte acciottolate, parcheggio custodito un pò distante dall’hotel e si parte. Da vedere la Chiesa di Nostra Signora di Ljeviš : chiesa ortodossa oggi Patrimonio dell’Umanità UNESCO, la Moschea Sinan Pasha: la moschea più importante di Prizren, magnificamente decorata da affreschi colorati, la Piazza Šadrvan: piazza principale del centro storico di Prizren è uno dei suoi luoghi più caratteristici, il ponte di pietra o Stone Bridge. Giriamo fra i vicoli e lungo il fiume, ci fermiamo ad assaporare l’atmosfera con un ottimo caffè turco (io) ed alcuni dolcetti, Julia sceglie una buonissima fetta di torta al cocco, Camilla un dolce al cioccolato (il tutto per neanche 5€) in un bar chiamato Prince Coffee House. Piena di persone che passeggiano, venditori di pannocchie e prodotti tipici.

La sera ceniamo in un locale tipico (stavolta niente di speciale) poi girovagando andiamo in cerca di un dolce, così attraversiamo tutta la città in notturna seguendo i consigli di Google, e come avevamo notato in precedenza ci accorgiamo di quanti negozi da sposa ci sono, in pratica il matrimonio da queste parti è il fulcro di ogni attività, vie intere con solamente negozi da sposa uno di seguito all’altro.

Vi sono mosche e minareti un po per tutta la città, la voce del muezzin scandisce le fasi del giorno (e anche della notte, se dormite in centro alle 5 comincia la preghiera dal megafono del minareto principale).
Il nostro soggiorno termina qui, domani colazione nel bar che ci è piaciuto molto e si riparte.

https://www.360cities.net/image/prizren-stone-bridge
https://www.360cities.net/image/sinan-pasha-mosque-by-night


27 Agosto Montenegro
Da Prizren si parte per una sosta nella natura, il Montenegro è famoso, ma molti non lo sanno per il canyon più profondo della terra dopo il Grand Canyon: è il Canyon di Tara  ovvero la gola più lunga d’Europa. Un luogo talmente unico, non soltanto per il record che detiene, ma per il contesto in cui si trova da essersi guadagnato un posto nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. Abbiamo prenotato il rafting per il 28 mattina, oggi ci spetta una tappa di trasferimento tranquilla facendo una sosta, oltre che per pranzo, alla zip line sul fiume Tara, una tra le più lunghe d’Europa, per poi arrivare al camping al confine con la Bosnia.
Lunga fila al confine tra Kosovo e Montenegro, dove vengono perquisite le auto, perdiamo due ore, noi riusciamo a “saltare” i controlli perché come in un film il furgoncino anonimo davanti a noi……… trasporta una bara!!! così ci fanno cenno di passare perché probabilmente avranno da fare per un pò. Pranzo sui monti dopo il confine e verso le 16 siamo già alla zip.
Il costo della zip è di 20€ a persona, non proprio economico per una discesa che dura un minuto circa, ma già che ci siamo…

Da questo punto in poi questa giornata diventa la più imprevedibile della vacanza. Dobbiamo arrivare ad un campeggio che in realtà sta in Bosnia, ma per risparmiare tempo ed evitare i confini, essendo il fiume stesso la linea di confine possiamo lasciare l’auto in Montenegro e i ragazzi del camp ci vengono a prendere con la canoa, questo perché è un po complicato riuscire a trovare il camp lato Bosnia (già questo avrebbe dovuto metterci in guardia). Comunque sono le 17, mancano 90Km, c’è il sole ed una strada da percorrere.
Secondo il navigatore mancano 90Km, ma segna anche 3 ore!!! impossibile! la strada scorre veloce, ampia, ben tenuta … per i primi 10Km, trascorsi i quali, cominciamo ad inerpicarci su una stradina di montagna che non ci passano due auto, non essendo ovviamente a senso unico ogni volta che si incontra una macchina in senso opposto c’è da farsi il nome del padre perché è tutta a strapiombo su una stupenda vallata; il panorama è qualcosa di stupendo, montagne di ogni tipo, scorci incredibili su vallate e piccoli ghiacciai, peccato che anche volendo è impossibile accelerare il passo. Ci fermiamo a fare delle foto perché merita veramente il Sedlo Pass. Una delle strade più spettacolari del Montenegro, nel Parco Nazionale del Durmitor va da Zabljak al lago Piva. La strada, anche se stretta, ora è completamente asfaltata.

https://www.360cities.net/image/sedlo-pass-route-panoramic-view

Il tramonto in questo posto è pazzesco! peccato che dobbiamo percorrere ancora 70Km. Attraversiamo tutta la catena montuosa, percorriamo stradine solitarie in mezzo a campagne sperdute fino ad una svolta a destra! la famosa svolta a destra quando mancano 40Km e la strada non c’è più!!!!! In discesa, ripidissima c’è una stradina di campagna minuscola… dobbiamo percorrere questa strada di ciottoli, comincia a fare buio, non c’è margine di manovra, ma soprattutto a perdita d’occhio non c’è nulla! Cala il silenzio assoluto in auto (questo proprio un male non è :|| ), decidiamo di andare. I 40 Km più lunghi della mia vita, in pratica credo sia stata la strada dei briganti, perché arriviamo al parcheggio del camp nel buio totale avendo oltrepassato i controlli di frontiera senza essere stati visti o fermati da nessuno.
Chiamiamo il campeggio, prendiamo le valige, ci vengono a prendere e ci offrono un bicchierino di grappa a tutti, anche a Julia che mi guarda; lo bevo io anche il suo che ne ho bisogno, poi si cena e tutti a dormire.


28 Agosto Bosnia ed Erzegovina
Colazione e si parte lungo il fiume Tara per il rafting, esperienza molto carina che potrebbe essere stata bellissima se non fosse che sul nostro gommone ci siano venuti 4 ragazzi che di pagaiare non avevano la minima intenzione, anzi addirittura hanno portato con loro una cassa di birra….. peccato, con un minimo di vigore si potevano superare velocemente le parti lente del fiume e divertirci nelle parti più mosse. Comunque esperienza carina di quasi 3 ore, facciamo il bagno nell’acqua limpida e gelida del fiume e poi si pranza nuovamente al camp.

Si riparte, direzione Sarajevo.
Ore 17 arrivo.
Sarajevo è il centro politico, finanziario, sociale e culturale della Bosnia-Erzegovina e un importante centro di cultura nei Balcani. A causa della sua lunga storia di diversità religiosa e culturale, Sarajevo è talvolta chiamata la “Gerusalemme d’Europa”, è infatti una delle poche grandi città europee ad avere una moschea, una chiesa cattolica, una chiesa ortodossa e una sinagoga nello stesso quartiere. Più volte nella sua storia Sarajevo ha destato attenzione a livello mondiale. Nel 1914, fu il luogo dell’attentato all’arciduca Francesco Ferdinando da parte dell’attivista locale della Giovane Bosnia Gavrilo Princip, episodio che scatenò la prima guerra mondiale e che pose fine al dominio austro-ungarico in Bosnia portando alla creazione del Regno di Jugoslavia. Al termine della seconda guerra mondiale, l’istituzione della Repubblica Socialista di Bosnia ed Erzegovina, parte della Jugoslavia, comportò una notevole espansione della città, all’epoca capitale della repubblica costituente. Nel 1984 ospitò i XIV Giochi olimpici invernali che segnarono un periodo di prosperità per la città. Tuttavia, durante la guerra di Bosnia e la dissoluzione della Jugoslavia, la città subì il più lungo assedio di una capitale nella storia della guerra moderna, fu infatti sotto assedio per 1.425 giorni dall’aprile 1992 al febbraio 1996. Fatta questa premessa è una città stupenda, triste e viva, dall’atmosfera molto retrò, dove i segni della storia sono presenti ovunque, dalle famose “rose” di Sarajevo ai fori di proiettile sui muri, dai palazzi lasciati com’erano, alle stradine e dai ponti storici, la stessa pista di bob olimpica diventata trincea è ancora abbandonata a se stessa. Un città però viva, piena di locali tipici e moderni, dove tutte le religioni si intersecano e vivono una accanto all’altra, ci sono cristiani, donne con il burqa, ebrei, sinagoghe e moschee. Una città che resta nella mente, che vorrei rivedere in inverno… bellissima. La parte più toccante è quella del mercato Markale. I massacri di Markale furono due bombardamenti perpetrati dall’esercito Serbo-Bosniaco durante l’assedio di Sarajevo nella guerra in Bosnia ed Erzegovina, con obiettivo civili che frequentavano il mercato cittadino di “Markale” (mercato in bosniaco), nel centro storico di Sarajevo. Il primo massacro ebbe luogo il 5 febbraio 1994 e causò 68 morti e 144 feriti. Il secondo ebbe luogo il 28 agosto 1995, quando 5 proiettili da mortaio provocarono 43 morti e 75 feriti. L’ultimo dei due attacchi fu il casus belli che giustificò l’attacco aereo della NATO contro le forze serbo-bosniache. Ancora visibile il colpo di mortaio nel pavimento del mercato.

https://www.360cities.net/image/sarajevo-sacred-heart-cathedral
https://www.360cities.net/image/sarajevo-obala-kulina-bana-street-and-synagogue
https://www.360cities.net/image/sarajevo-kazandziluk-street
https://www.360cities.net/image/markale-food-market-the-rose-sarajevo


29 Agosto Bosnia ed Erzegovina – Croazia
La mattina del 29 siamo ancora a Sarajevo, verso pranzo si riparte direzione mare, Makarska, in Croazia dove fare campeggio, sperando di fare sosta a Mostar.
In Bosnia ancora non c’è una autostrada che collega queste due importanti città, è in costruzione per cui anche se non è molta la distanza in realtà ci vuole tempo per arrivare, la cosa buona è che per strada ci sono ristoranti dove la specialità tipica è l’abbacchio; lo cucinano con dei mulini ad acqua che fanno girare dei girarrosti in fila.

Purtroppo l’unico acquazzone dell’estate arriva puntuale proprio arrivati a Mostar… peccato, decidiamo di tirare avanti e arrivare in Croazia nel pomeriggio.
Macarsca è una città portuale sulla costa dalmata in Croazia. È celebre per le spiagge della riviera, le passeggiate sul lungomare e la vita notturna. La sua città vecchia, situata su una piccola baia circondata da promontori boscosi, si sviluppa attorno a Piazza Kačić. Un traghetto connette il porto alla vicina isola di Brač. A est torreggia l’aspro monte Biocovo, una riserva naturale che ospita aquile reali e camosci balcanici, con una strada a tornanti che porta alla cima Sveti Jure. Ceniamo in un ristorantino del centro molto carino, dove si mangia bene ed i proprietari sono gentili a trovarci un posticino. Stasera dormiamo in campeggio per la felicità di Julia. Domani ultima giornata vera e propria di vacanza…. gooooood night


30 Agosto Croazia – Slovenia
Mattina di relax al mare, il mare da queste parti è stupendo, purtroppo la Croazia ad agosto è molto cara, piena di gente, quasi nessun bar accetta le carte di credito, anzi c’è proprio scritto only cash, ATM ovunque con cambio più che sfavorevole…. Dopo il mare si parte direzione Cetina. Questa splendida sorgente, dalla straordinaria forma e colore, è una delle fonti del Cetina, il fiume più lungo della Dalmazia che percorre circa 105 km prima di sfociare nel Mar Adriatico. Ribattezzata “l’occhio della terra” ormai è diventata meta di numerosi turisti, per l’occasione mi sono portato il drone, dal punto di vista del drone si capisce come mai merita quell’appellativo.

https://www.360cities.net/image/cetina-source

Proseguiamo poi per la Slovenia sosta a Lubiana, città che già ho visitato e descritto e alla quale sono molto affezionato. La nostra vacanza termina qua, domani mattina si riparte direzione casa e poi subito al lavoro…. che forse è ora 🙂

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