Si parte in gruppo stavolta, per la prima volta. Siamo i cugini, quelli veri, quelli che anche se si vedono poco e si sentono ancora meno, comunque ci sono e ci saranno sempre. Siamo in 12 in tutto.
29/12/2017
La partenza è venerdì 29 dicembre 2017, aeroporto di Fiumicino direzione Marrakech. Volo tranquillo si arriva verso sera, albergo, bagno , cena e…….via siamo in giro per la città.
C’è un casino incredibile, siamo capitati la sera di un mega concerto nella famosa piazza Jamaa el Fna che già è sempre un marasma di persone, odori, bancarelle, cucine, giochi, serpenti oggi lo è ancora di più.
I marocchini sono pressanti, non appena vedono un turista lo braccano per vendere qualcosa o per attirarli alla loro bancarella, noi in effetti sembra che abbiamo il timbro di stranieri in fronte, però nonostante tutto basta un pò di gentilezza e qualche risposta che alla fine desistono tutti, l’importante è non ignorarli o essere sgarbati (noi in oltre 10 giorni non abbiamo mai avuto problemi così facendo)
L’aria che si respira è un mix di tutto: umanità, cucina, fumo, spezie, ma anche fogne e pipì non appena si entra in qualche vicolo, sicuramente bisogna essere pronti a ciò che si va incontro, questo non è il Giappone o l’Islanda, Marrakesh è un vortice che ti avvolge, poi può piacere o meno, l’igiene ed il naso non devono avere la supremazia sulla vista, perché nonostante tutto il Marocco è stato una grandissima sorpresa, qui c’è la calca, il contatto, i profumi e gli odori forti quasi sempre nelle città , nelle medine e nei souk, così come una volta usciti dai centri urbani c’è la natura, tanta, varia, dai deserti alle montagne, dalle gole alle cascate alla solitudine delle dune.
Abbiamo cenato e quindi per oggi ci limitiamo ad un giretto perlustrativo, domani si visita la città e si cena in piazza.
30/12/2017
Colazione e si esce
E’ quasi gennaio ma si sta bene, non è caldo. La prima visita è al Bahia Palace con i giardini esotici e stanze decorate e ricche di stucchi, maioliche, soffitti e porte finemente intarsiati. Poi ci spostiamo per andare a visitare le Tombe Saadiane, camminare a Marrakech comunque è piacevole , tra negozi di spezie e oggetti ricamati, piatti e gingilli luccicanti, biciclette e motorini passano ovunque. L’edificio più importante delle Tombe Saadiane è il mausoleo principale, dove sono sepolti il sultano Ahmad al-Mansur (il committente) e i membri della sua famiglia. Il mausoleo ha tre stanze, di cui la più famosa è quella delle 12 colonne, dove sono sepolti i suoi figli. Un pò di fila per l’edificio principale.
Attraversiamo i giardini della Koutoubia e andiamo alla torre del la Mezquita altro simbolo della città, da qui attraverso la piazza Jamaa el Fna, che a questa ora non ha più i chioschi, poiché vengono smontati ogni notte e rimontati ogni pomeriggio, ma ha cobra, scimmie e bancarelle per tutta la sua grandezza, arriviamo al souk. Ma prima ci fermiamo a mangiare.
Ci consigliano un ristorante che anche davanti al suo ingresso stentiamo a capire dove sta, poi invece una volta entrati capiamo che è il palazzo intero il ristorante, con i tavoli nei corridoi e nelle stanze. Si mangia benissimo e non può mancare il classico tajine e il tè di benvenuti.
Il souk (come tutti i souk che incontreremo nel viaggio marocchino) è un labirinto, senza una mappa o un buon senso dell’orientamento non si riesce ad uscire. I vicoli sono stretti, visto il periodo, affollatissimi, le biciclette sfrecciano come se fossero deserti, i locali parlano e si muovono come se non ci fosse nessun altro, noi rimaniamo il più possibile vicini per evitare di perderci ed evitare qualche malintenzionato, ma anche questo….come per tutti i souk che abbiamo incontrato, si rivela una voce infondata, saremo stati fortunati o attenti questo non lo so, ma nessun episodio spiacevole. Girovagare nel souk al di là della folla, è piacevole , sicuramente obbligatorio per ogni turista. E’ diviso in varie zone, pelli, ceramica, spezie…e per visitarlo non basta un pomeriggio.
La sera torniamo in piazza e come per magia sono ricomparsi tutti i chioschi del cibo, come un camaleonte che cambia colore e aspetto, ci sediamo e siamo pronti a gustare le specialità tipiche, la cosa buona è che almeno tutto viene preparato in diretta, spuntino con le olive verdi, che non mancheranno mai d’ora in avanti, e poi via con spiedini, petto di pollo, pesce. L’igiene non sarà il massimo, con le dovute classiche precauzioni, tipo bere acqua in bottiglia o cibo cucinato e non crudo nessuno della combriccola ha il minimo problema di stomaco.
(unico consiglio fatevi sempre i conti, perché anche se nell’elenco del conto i prezzi sono giusti, magari nel totale non sempre i riporti sono corretti 😉 )
Dopo cena una bella spremuta di frutta, il melograno è fantastico, ma anche l’avocado. Per oggi basta così, domani si va verso le montagne che tutt’oggi ci hanno guardato dall’alto.
31/12/2017
Pulmino e via siamo in viaggio verso i monti, e qui scopri un Marocco che dalle foto classiche delle medine e architetture non immagini.
Montagne, neve, vallate e gole, fiumi, passando attraverso le montagne dell’Alto Atlante arriviamo al Col Du Tichka (2260m), si scende e poi dal nulla spuntano le Kasbah, bellissime, di fango e paglia mimetizzate nell’ambiente. La prima che visitiamo è la kasbah Telouet situata nel piccolo villaggio berbero di Telouet, nelle montagne dell’Alto Atlante. La qasba attuale venne costruita dal 1860 dalla tribù berbera dei Glaoua, accanto ad una vecchia qasba i cui resti sono ancora oggi visibili. Venne poi ampliata notevolmente nel corso della prima metà del XX secolo da Thami El Glaoui. La leggenda vuole che 300 operai abbiano lavorato per tre anni per decorare soffitti e pareti. Le pareti sono trattate, a volte con stucco e qualche volta con zellige, mentre il legno di cedro dipinto è utilizzato per i soffitti. I tetti sono coperti da tegole in ceramica dipinta di verde. La stanza centrale è bellissima totalmente decorata su ogni lato, soffitto in vetro compreso. Da visitare assolutamente. Proseguiamo verso un’altra kasbah quella di Aït Ben Haddou, molto famosa per essere il set di numerosi film, trai quali il gladiatore, Lowrence D’Arabia, Un tè nel deserto, patrimonio dell’Unesco, è posta su un cucuzzolo che per raggiungerlo occorre attraversare un ponte e tutte le case che la compongono sono di fango, qui ci fermiamo per il tramonto, il cielo è incredibile. La giornata finisce con l’arrivo a Ouarzazate, la cena di fine anno.
01/01/2018
Oggi giornata impegnativa,si comincia con un giro nelle vie della città che sinceramente non ci impressiona troppo e poi visita alla kasbah Taourirt, bella ed enorme, peccato che non restano molte decorazioni all’interno. Tutti sul pulmino e si prosegue attraverso la valle delle rose fino alla splendida oasi di Skoura con il suo immenso palmeto. Qui visiteremo la bella Kasbah Ameridil. Una kasbah che si raggiungiamo a piedi, fuori ci sono alcuni grandi dromedari ed i ragazzi restano meravigliati alla prima vista di un animale così particolare che hanno sempre visto in TV. Si prosegue lungo la valle del Dades, anche detta la valle delle mille kasbah per le innumerevoli costruzioni tipiche di questa zona, di fango e paglia, che fungevano da castelli per proteggere gli abitanti dagli attacchi di predoni. Arrivo nella Valle del Dades, facciamo una bella passeggiata lungo il fiume e poi lungo la strada che attraversa la valle, il vento che si incanala all’interno ci rinfresca, nel giro di pochi chilometri siamo passati dal caldo ed un ambiente torrido (è anche un inverno particolare, non ha piovuto molto) ad un ambiente quasi montano. Dopo la passeggiata ripartiamo, bello anche il percorso per tornare al nostro riad, pieno di tornanti a strapiombo con splendide vedute. Finalmente arriviamo al nostro riad.
02/01/2018
Dopo colazione proseguimento per le incredibili gole del Todra attraverso Tinhrir e i suoi immensi palmeti. Passeggiata nelle gole del Todra, splendide gole alte oltre 300 metri, intagliate nella montagna. Passeggiamo in questi spazi alzando gli occhi al cielo e ne riusciamo a vedere solo uno spicchio, come un fiume che sinuoso sopra le nostre teste segue il profilo delle montagne. Fiumi con acqua cristallina e poi tanti animali al pascolo, soprattuto capre. Pastori e asinelli e uomini a cavallo. Il tempo sembra essersi fermato in questi luoghi.
Tempo libero per il pranzo poi nel pomeriggio proseguiamo fino ad arrivare a Rissani dove vediamo il bel giardino della moschea di Moulay Ali Cherif e visitiamo il vivace souk locale.
Il souk non è grande, ci immergiamo come sempre tra queste vie, visitiamo la parte delle spezie dove acquistiamo curcuma, zafferano, noce moscata ed altre spezie solo per il colore e per quell’odore che ormai ci siamo abituati a sentire nei piatti locali. Arrivati al settore del commercio degli animali i nostri ragazzi si mettono a giocare con gli agnelli ed i pastori ci insegnano come vanno portati in spalla.
Proseguiamo attraversando villaggi berberi per poi raggiungere la meta a Merzouga dove comincia il deserto dell’Erg Chebbi. Qui si parte in dromedario per raggiungere un accampamento berbero in mezzo alle dune. Il percorso in dromedario è simpatico anche se le parti basse ne risentono terribilmente in ogni pendenza e di sali-scendi è praticamente composto tutto il viaggio. L’accampamento berbero adibito ad accogliere i turisti è molto carino ed accogliente, si cena in un tendone con piatti tipici, poi tutti davanti al fuoco. La notte nel deserto è veramente fredda, fantastica perchè oggi c’è la super-luna che illumina come un faro, ci addentriamo per alcune centinaia di metri e per tornare se non fosse per i nostri passi l’orientamento lo avremmo perso da un bel pezzo. Ce sediamo intorno al falò con djembè e percussioni varie, dopo alcuni improvvisati stornelli da parte nostra e alcuni canti berberi si va a ninna…. e qui comincia la parte dolorosa, il freddo è veramente pungente!! nonostante le pesanti coperte non si riesce a scaldare il giaciglio, bisogna dormire con un berretto per poter avere la testa fuori! temperatura -5°C.
03/01/2018
Poiché nessuno è riuscito a dormire bene, la cosa che non siamo riusciti a perdere è stata l’alba magica del deserto! Veramente uno spettacolo meraviglioso, il cielo comincia a cambiare colore, passando attraverso numerose tonalità di rosso e arancio, le ombre cominciano a proiettarsi dapprima lunghissime,poi ad accorciarsi. Sicuramente una cosa che non dimenticherò mai. Si torna sempre in dromedario, la temperatura è salita notevolmente, arriviamo in un alloggio dove facciamo colazione con vista deserto. Ci diamo una bella sistemata e siamo pronti per proseguire il viaggio, prossima sosta il villaggio di Khamlia, famoso per i suoi abitanti provenienti dall’Africa Nera e per la loro musica.
Entriamo nell’accampamento dove ci sono turisti in ascolto di un gruppo di artisti che suonano e danzano, come sempre ci offrono il tè e noi restiamo un po a guardarli. Visita alla città di Merzouga e ad un negozio di tappeti. Nonostante la convinzione nel non farsi appioppare nulla ne usciamo con 2 bei fagottoni sotto braccia, la tanto temuta e classica trattativa marocchina finalmente è stata fatta, sicuramente non ne usciamo vincitori!
Si prosegue per Erfoud dove ci fermiamo a visitare un museo di fossili, ci fa sorridere il fatto che con resti di milioni di anni qui ci costruiscono tavoli, piatti, lampadari e persino toilette. Poi si parte per la valle dello Ziz punteggiata di palme e canyon per arrivare fino a Midelt.
Arriviamo nel riad, anche oggi siamo sfiniti dopo la breve notte trascorsa nel deserto, dopo una bella cena marocchina siamo già a letto.
04/01/2018
Colazione nel nostro hotel che sembra un rifugio anni 70 di Cortina d’Ampezzo e si riparte, direzione Medio Atlante più in particolare Ifrane.
Durante il percorso sosta a Azrou famosa ormai per le sue foreste abitate da scimmie, purtroppo qui il detto “non dar da mangiare agli animali” non esiste, i venditori di noccioline e mandarini sono ovunque e le scimmie ormai sono fin troppo abituate. Così anche noi in questo bosco di Cedri ci fermiamo e andiamo a fare una passeggiata circondati da queste scimmie di Barberia che quasi pretendono un pò di cibo da noi e anche noi puntualmente non manchiamo di farci coinvolgere in questa pratica, comunque è divertente guardare i nostri ragazzi alle prese con queste creature così socievoli.
Si riparte e dopo poco arriviamo ad Ifrane, una città universitaria sui monti che sembra direttamente essere stata trapiantata dalla Svizzera se non fosse per gli enormi nidi di cicogne che sovrastano quasi tutti i tetti delle abitazioni. Cittadina sicuramente particolare per la nazione dove si trova, abituati alle case di paglia e fango, ma che in noi non desta grande stupore, così ci dividiamo alcuni proseguono in direzione della città universitaria, io con tutti i bimbi e un “quasi” cugino andiamo a visitare il parco con una fontana enorme.
La giornata finisce con l’arrivo a Fes, città che si rivelerà bellissima all’indomani, perchè stasera non abbiamo voglia di uscire….si va quasi tutti all’hammam, fortuna vuole che ci sono poche persone, perchè quello che i ragazzi fanno con i calici di acqua calda, gli olii e i vari saponi è da mettersi le mani nei capelli!!! un casino e una bolgia totale, mai visti divertirsi così tanto in tutto il viaggio, chiediamo scusa in continuazione ai malcapitati, che dopo l’ennesima caduta per terra della ciotola di rame decidono di abbandonare il loro “relax”. Noi invece continuiamo con un bel massaggio e poi tutti a cena.
05/01/2018
Dopo colazione la mattinata è dedicata alla visita della città.
Fes è la più antica delle città Imperiali, fondata nel 790 da Moulay Idriss II e culla della civiltà e religione del paese.
La città divenne subito il principale centro religioso del Marocco e vi fu fondata la prima università religiosa del mondo islamico. Visita della Medina di epoca medievale, delle Mederse (antiche università religiose islamiche) Bounanaia e Attarine, esternamente della Moschea Karaouine e della famosa fontana di Neijarine. Si prosegue con la visita dei souk, mercati tra i più belli e vivaci del Marocco con i famosi quartieri dei tintori, dei fabbri e dei vasai. La visita alla parte dedicata alla lavorazione delle pelli è quella più interessante e più particolare, certo, l’odore che si respira è a tratti nauseabondo visto che queste pelli vengono trattate con la pipì di mucca e altre sostanze simili in pozze create appositamente nel terreno il tutto a cielo aperto, durante il percorso infatti ci vengono offerte delle foglie di menta da mettere sotto le narici per nasconder l’odore.
Piccola nota ancora una volta positiva, nonostante le numerose voci sui possibili scippi o esperienze negative all’interno del souk do Fes giudicato da molti come tra i più pericolosi della nazione, noi non registriamo nessun episodio spiacevole.
La giornata trascorre totalmente tra queste vie intrecciate e trafficate.
06/01/2018
Si riparte, destinazione finale Meknes passando da uno dei siti più famosi in assoluto Volubilis. Purtroppo oggi per la prima volta il tempo non ci assiste, proprio durante la visita a Volubilis c’è il diluvio, decidiamo di provare lo stesso ad inoltrarci lungo il percorso che attraversa tutto il sito, ne visitiamo abbastanza ma poi la pioggia ci fa desistere e nostro malgrado decidiamo di ripartire, nonostante ci siamo riparati con impermeabili siamo zuppi dalla testa ai piedi. Peccato! 🙁
Riprendiamo il viaggio ed arriviamo a Meknes, altra città imperiale, famosa proprio per le sue mura di oltre 40km ed le porte d’orate del palazzo del re. Prima della visita ci sistemiamo nel nostro riad, attraversiamo un fitta serie di viuzze fino ad una porticina, una volta all’interno ci si presenta un albergo che sembra un formicaio, solo per arrivare al ristorante ci vuole la cartina tanti sono i corridoi da cui è composto.
Sistemati andiamo a fare il classico tour della città, pranzo in un ristorante tipico che ci cucina delle polpette particolari e altri piatti tipici, come zuppa di ceci, olive condite, capiamo dopo che le polpette erano di dromedario. Visita alla medina ed al quartiere ebraico. Il tempo per fortuna è migliorato.
07/01/2018
Oggi ultimo giorno di tour, passando da Rabat torniamo a Marrakech dove domani si riparte.
Dopo colazione si parte per Rabat la capitale amministrativa del Paese. Visitiamo il Mausoleo Mohamed V e Hassan II la kasbah di Oudayas, con la sua incredibile vista sull’oceano Atlantico, qui assistiamo anche allo spettacolo di una tromba d’aria sul mare non molto distante dalla terra ferma, proseguiamo la visita al museo archeologico e poi si riparte per Marrakech.
E’ l’ultima sera e decidiamo di andare in un bel ristorante consigliato dal nostro riad. Ceniamo tutti insieme in una splendida tavolata che immediatamente si comincia a colorare con tè e piatti tipici, siamo stanchi ma consapevoli che ci siamo divertiti veramente tanto. Dopo cena ci ri-immergiamo nella piazza per prendere nuovamente una bella spremuta di frutta e poi siamo pronti per la rituale foto di gruppo finale.
Domani si rientra in Italia…..alla prossima