Lo Sri Lanka era da un po che mi frullava in testa, poi causa la crisi socio-politica del 2022 lo avevo accantonato, ma non appena è capitata l’occasione siamo dovuti partire zaino in spalla.
E’ lunedi 13 Marzo, si parte da Roma Fiumicino per Colombo facendo scalo a Doha per 4 ore, l’arrivo è previsto per la mattinata (presto in realtà) del 14.


14 Marzo

Sono le 3 del mattino, atterriamo perfettamente in orario, formalità doganali e rimaniamo in attesa in aeroporto sia perché è ancora buio, sia perché, pur essendomi informato, vediamo se riusciamo ad organizzare i vari trasferimenti già in aeroporto.
In effetti dopo pochissimi minuti c’è la fila di tassisti e driver che ci offrono qualsiasi tipo di servizio, dal passaggio a qualsiasi città, sia il tour completo della nazione, sia il semplice passaggio. Rimaniamo in parola con un tassista per partire alle 7, ci riposiamo un po qui al fresco visto che il treno che ci porterà a Kandy parte verso mezzogiorno.
La strada che porta da Negombo (la città dove si trova l’aeroporto) e Colombo è al momento l’unica autostrada del paese, per arrivare in città non ci vuole molto, il problema è arrivare alla stazione centrale, il traffico è veramente tanto con i tuk tuk che passano ovunque e nessuno è disposto a dare la precedenza ad altri. Arrivati alla stazione dobbiamo prendere i biglietti prenotati on-line con quelli cartacei. Tutto molto semplice e veloce, la gente è molto disponibile e pronta ad aiutare, anche se nessuno fa nulla per niente, tutti poi chiedono un piccolo aiuto anche solo qualche spicciolo. (tengo a precisare che mai nessuno ha insistito troppo nel caso in cui a noi non accorresse nulla, o si è rivelato preoccupante nel suo modo di chiedere qualcosa). Saliamo sul treno che senza aiuto non avremmo mai capito da dove fosse in partenza perché non ci sono tabelloni o altro, l’unico indizio a Colombo sono solo i turisti che bene o male fanno i classici spostamenti, la stazione è enorme, i pendolari passano ovunque, attraversando binari e le carrozze dei treni da parte a parte per sbrigarsi ad uscire dalla stazione, è un pò una bolgia.

 
Il treno comunque è in orario si parte, prima fermata Kandy.
Il treno in Sri Lanka è tra le cose più caratteristiche, non ci sono porte bloccate, a nessuno interessa se resti appeso o con le gambe di fuori durante la marcia, anzi in certi punti ripidi è così lento che potresti scendere al volo.


Tra le cose che avevo visto gironzolando su Instagram e che mi avevo particolarmente colpito c’era la stranissima Ambuluwawa Tower.
È Ambuluwawa, un complesso multi religioso situato a Gampola.
Questa oasi di fede, che accoglie una moschea, una chiesa indiana e un tempo indù, si trova immersa in un territorio caratterizzato da una straordinaria varietà biologica, dove è possibile ammirare tantissime diverse specie di piante e animali. La torre che svetta nel centro alla sommità dell’area non è adatta a chi soffre di vertigini, perché oltre alla forma stranissima che in alcuni punti causa il muro irregolare ti fa sporgere verso l’esterno, è particolarmente stretta soprattutto nella parte alta, dove in due è praticamente impossibile passare…
Scesi dal treno andiamo al nostro albergo carinissimo proprio nella natura a metà strada tra Kandy e Gampola, tra risaie ,foresta e i templi. Come in tutti gli hotel, guesthouse, ostelli c’è sempre qualche Tuk Tuk pronto a partire, così appena ci siamo rinfrescati un attimo siamo pronti a partire. La strada è caotica, ma il vero problema è il tempo, non facciamo in tempo ad arrivare alla torre che un nubifragio si scatena sopra di noi, con tutti i fulmini che si vedono in cielo mi rifiuto anche di uscire verso l’esterno (dato che con me ho il mio fido accompagnatore cavalletto), rimaniamo bloccati quasi due ore sotto una pioggia torrenziale… come inizio non c’è male. Vediamo domani se riusciamo a tornarci dato che avevamo in mente altri giri. Non ci resta che rientrare, cenare ed andare a dormire dopo quasi 48 ore di veglia.


15 Marzo

Sveglia abbastanza presto, il mostro amico tuk tuk è già pronto che ci aspetta. In effetti tutti gli hotel sono in grado di organizzare qualsiasi cosa, dal semplice viaggio in taxi verso una qualsiasi città, a trovare un driver per qualche ora o qualche giorno o pianificare un’escursione. Il viaggio in Sri Lanka è di una facilità impressionante.


Si parte, il nostro accompagnatore conosce molto bene la zona, ci spiega il territorio e si ferma anche per farci vedere le piantagioni di riso.

Poco fuori Kandy ci sono una serie di templi Buddisti e Indù collegati da una stradina percorribile anche a piedi, noi preferiamo per risparmiare tempo e provare a tornare alla torre quindi andiamo con il tuk tuk. Il primo che incontriamo è il Gadaladeniya Raja maha viharaya.
La storia del tempio risale al XIV secolo. Secondo i resoconti storici questo tempio fu costruito nel 1344, sotto il patrocinio del re Bhuvanekabahu IV, che regnò dal 1341 al 1351 d.C., dal Ven. Seelavamsa Dharmakirti. L’architettura del tempio è stata progettata seguendo gli stili artistici indù da Ganesvarachari, un architetto dell’India meridionale,è rinomato per il suo stile architettonico unico, che combina elementi dell’architettura dell’India meridionale e singalese, incorporando l’architettura cingalese dell’era Polonnaruwa e altri modelli architettonici indocinesi. Sullo sperone di roccia, su cui sorge il tempio, è scolpita un’iscrizione riguardante la sua costruzione.

Qui ci danno le indicazioni su come vanno visitati i templi : mai dare le spalle a Buddha in una foto ma al massimo di profilo, bisogna togliere le scarpe, possibilmente niente pantaloncini corti e spalle scoperte.
Si prosegue verso il secondo tempio: Sri Lankathilake Rajamaha Viharaya.
Lankatilaka Vihara è un tempio buddista sulla strada Daulagala a circa 4 km dall’incrocio di Pilimatalawa e a pochi chilometri dal tempio buddista, Gadaladeniya Vihara. È considerato il più magnifico edificio architettonico creato durante l’era Gampola.
La storia del tempio risale al XIV secolo. Secondo i resoconti storici questo tempio fu costruito dal re Bhuvanekabahu IV, che regnò dal 1341 al 1351 d.C. Ha affidato la costruzione di questo tempio al suo primo ministro di nome Senalankadhikara, che ha terminato con successo i lavori di questo tempio. L’architettura del tempio è stata progettata da un architetto dell’India meridionale di nome Sathapati Rayar, utilizzando scultori Tamil Pandya portati dal Tamil Nadu in stile indù nel 13° secolo d.C.
Quando arriviamo siamo solo noi ed il tempio è chiuso, ma un monaco vedendoci fare alcune foto apre il tempio (a pagamento) e ci illustra l’interno.

Il terzo tempio è il: Embekka Devalaya, tempio Indù.
Embekka Devalaya (Tempio Embekka) fu costruito dal re Vikramabahu III dell’era Gampola (1357–1374 d.C.). Il Devalaya è dedicato a Kataragama deviyo. In questo sito è adorata anche una divinità locale chiamata Devatha Bandara. Il santuario è composto da tre sezioni, il “Sanctum of Garagha”, il “Digge” o “Sala da ballo” e l'”Hevisi Mandapaya” o “Sala dei tamburi”. La Sala dei Tamburi ha attirato l’attenzione dei visitatori sul sito, grazie alle splendide sculture in legno dei suoi pilastri decorati e del suo alto tetto spiovente.
Anche in questo come in tutti gli altri si paga l’ingresso (600 Rupie), anche qui non ci sono turisti, è tutto tenuto bene in ordine e pulito.

https://www.360cities.net/image/embekka-dewalaya-kandy

Abbiamo fatto presto, quindi vedendo il bel tempo decidiamo di ritentare la salita alla torre. La strada che porta alla torre è molto in salita, così durante il tragitto che ci porta verso la cima…. il tuk tuk ci abbandona!!!! incredibile! per ben due volte non riusciamo a visitare l’Ambuluwawa, ma il driver non desiste ed in prima marcia ci fa arrivare fino al punto di raduno dei tuk tuk prima dell’ingresso, cambiamo mezzo e si riparte, passando in mezzo a gruppi di scimmie arriviamo fino alla cima.

Il complesso unisce tutte le grandi religioni, ma su tutto svetta la stranissima torre… finalmente si comincia la scalata.

https://www.360cities.net/image/on-the-ambuluwawa-tower

Adesso siamo soddisfatti, con calma si rientra e grazie alla ragazza della reception nel pomeriggio possiamo partire alla volta di Dambulla.
Con il traffico, le strade strette e con la pioggia che anche oggi pomeriggio è tornata per percorrere 80Km ci vogliono almeno 2 ore (ma questa sarà sempre la media in tutti i nostri spostamenti).

Arriviamo la sera, ci sistemiamo in hotel, parliamo con il proprietario per organizzare il tour del giorno successivo a Sigiriya e Polonnaruwa, veloce cena e buona notte!


16 Marzo

Sveglia presto, la prima tappa è Sigiriya, patrimonio dell’Unesco. Il sito archeologico è dominato da un collo vulcanico, alto circa 180 metri e dalle pareti a picco. Ha una forma ellittica e una sommità piatta. È composto da dura roccia magmatica eredità di un vulcano eroso. È in un luogo sopraelevato rispetto alle pianure circostanti ed è visibile da chilometri di distanza. Arriviamo la mattina presto perché in questa piana fa caldo, per arrivare in cima oltre ad attraversare tutto il parco bisogna salire su scale in ferro molto ripide, ma soprattutto per evitare la calca dei turisti che come sempre arriva verso le 10 del mattino.
Noi alle 8 abbiamo già lasciato l’autista al parcheggio e stiamo per dirigerci alla biglietteria.
Lo Sri Lanka non è caro, anzi, si dorme con poco, si mangia con poco, ci si sposta con poco…… ma i siti turistici sono carissimi in proporzione. L’ingresso costa quasi 30€ a persona. Ma inutile pensarci siamo qua ed è una tappa obbligata.

Lungo il primo tratto ci si sposta tra giardini, scale e scimmiette che possono diventare dispettose se non lasciate in pace. Il sito archeologico di Sigiriya contiene i resti del palazzo maggiore costruito sulla sommità piatta del collo vulcanico, una terrazza a metà parete dove fu costruita la Porta dei Leoni e un muro con affreschi, il palazzo secondario che si arrampica sui pendii sotto la rocca, e i fossati, le mura e i giardini che si estendono per centinaia di metri ai piedi della rocca.
I giardini ai piedi della rocca visti dalla sommità della rocca stessa.
Il sito fungeva sia da palazzo sia da fortezza. I ruderi rimasti sono sufficienti per permettere ai turisti di ammirare la semplicità e allo stesso tempo la creatività dei suoi architetti. Arrivati poi al Lion Gate si sale su scale in ferro che sostituiscono quelle che una volta erano intagliate nelle roccia, la Roccia del Leone. Due artigli enormi danno il benvenuto all’ascesa finale, man mano che si sale il panorama diventa stupendo visibile a chilometri di distanza, se non fossero in tutto 1200 gradini circa non si sentirebbe la fatica… invece alla lunga si sentono eccome!

https://www.360cities.net/image/lion-s-paw-terrace-sigiriya

In cima ci sono i resti di quello che fu un antico castello eretto da re Kashyapa nel quinto secolo.
Il sito fungeva sia da palazzo sia da fortezza. I ruderi rimasti sono sufficienti per permettere ai turisti di ammirare la semplicità e allo stesso tempo la creatività dei suoi architetti.
Il palazzo maggiore situato sulla cima della rocca comprende delle cisterne tagliate nella roccia che contengono ancora acqua. I fossati e le mura che circondano il palazzo inferiore sono molto ben conservati. In realtà la bellezza del posto è data proprio dall’ambiente, una roccia enorme isolata in una distesa quasi pianeggiante vastissima.

https://www.360cities.net/image/sigiriya-on-the-top

Da dove si sale comincia anche la discesa, la visita dura un paio d’ore massimo tre se si cammina con comodo. L’uscita è dalla parte opposta a dove si è entrati in un posto pieno di bancarelle e souvenir. Il nostro driver ci aspetta lì, prossima fermata Polonnaruwa.
Polonnaruwa è un’antica città, capitale del secondo regno più antico dello Sri Lanka.
Fu dichiarata capitale dal re Vijayabahu I, che sconfisse gli invasori Chola nel 1070 e riunì il regno sotto il suo dominio. La vittoria di Vijayabahu I e lo spostamento della capitale a Polonnaruwa sono considerati momenti storicamente significativi; tuttavia, l’eroe di Polonnaruwa che assurse alla notorietà ed ai libri di storia è suo nipote, Parakramabahu I.
Il regno di Parakramabahu è considerato l’età d’oro di Polonnaruwa: sotto il suo regno fiorirono l’agricoltura e i commerci, grazie anche alla realizzazione di avanzati bacini di irrigazione delle terre, tesi a non sprecare neanche una goccia dell’acqua piovana. Tali bacini, ancora oggi, forniscono l’acqua per le coltivazioni a terrazza dell’est di Sri Lanka. Grazie a tali bacini, il regno di Polonnaruwa fu completamente autosufficiente durante il regno di Parakramabahu.
L’antica Polonnaruwa oggi è uno dei siti archeologici meglio conservati di Sri Lanka ed è stata inserita nel 1982 tra i patrimoni dell’umanità riconosciuti dall’UNESCO.
L’intera area da visitare è immensa, si fa il biglietto (25$) che comprende tutte le varie aree e ad ogni ingresso bisogna mostrarlo, molti affittano la bici per muoversi, noi grazie alla nostra guida seguiamo il percorso per come  lui ce la descrive. Fa caldo! per entrare nei templi bisogna togliersi le scarpe e camminare sulla pietra bollente, diciamo che tarda mattinata-primo pomeriggio non è il massimo da visitare, fortunatamente ci sono varie zone d’ombra dove ripararsi.

https://www.360cities.net/image/vatadage-polonnaruwa

Ci si sposta tra resti di palazzi e templi antichi, statue enormi più o meno bene conservate, scimmie e varani che girano nei giardini.
Anche con la macchina ci vuole comunque tanto per completare il giro. Siamo sfiniti e ancora non abbiamo pranzato.
Rientriamo dopo esserci fermati a pranzare e aver incontrato un elefante che gironzolava tranquillo lungo la strada. Alle 16 siamo di ritorno, ma non è ancora finita per oggi….. ci aspettano le Dambulla Cave.
Il tempio d’Oro di Dambulla (noto anche come “tempio delle Grotte”) è un sito archeologico, dello Sri Lanka, dal 1991 inserito nella lista dei patrimonio dell’umanità.  È il tempio di roccia meglio conservato dello Sri Lanka. Le torri di 160 metri sovrastano le pianure circostanti. Vi sono oltre 80 grotte riconosciute nel circondario. Le principali attrazioni sono sparse in 5 diverse grotte, e comprendono statue e pitture. Quasi tutte queste opere si riferiscono al Buddha ed alla sua vita. Vi sono un totale di 153 statue del Buddha, 3 di re dello Sri Lanka e 4 di altri dei o divinità. Queste ultime quattro riguardano due statue di divinità indù, Visnù e Ganesha. I murali coprono un’area di 2.100 m². Le immagini sui muri delle grotte raffigurano, tra le altre cose, la tentazione subita da Buddha ad opera di Mara ed il suo primo sermone.
Le 5 grotte sono posizionate sotto ad una roccia sporgente, solcate da un canaletto di scolo per tenere asciutto l’interno. Nel 1938 la struttura venne abbellita con colonnati e frontoni d’entrata. All’interno i soffitti sono dipinti con complicati motivi a sfondo religioso che seguono il contorno delle rocce. Le immagini raffigurano Buddha, alcuni buddisti ed altri dei o divinità.
Il monastero di Dambulla è tuttora funzionante e resta uno degli edifici antichi meglio conservati dello Sri Lanka. La sua costruzione risale al terzo e secondo secolo a.C., quando era già presente un monastero tra i più importanti dello Stato. Si pensa che re Valagambahu abbia trasformato le grotte in tempio durante il primo secolo a.C. Esiliato da Anurādhapura, trovò rifugio in queste caverne dagli indiani usurpatori per 15 anni. Dopo aver riconquistato la capitale, il re costruì un tempio come segno di gratitudine per i monaci. Molti altri re aggiunsero sezioni alla struttura, e dall’undicesimo secolo divenne il principale centro religioso, titolo tuttora mantenuto. Re Nissanka Malla ricoprì d’oro le grotte ed aggiunse circa settanta statue del Buddha nel 1190. Nel diciottesimo secolo le grotte vennero restaurate e ridipinte dai re Kandyan.
Il tempio è composto da cinque grotte, convertite in reliquiari. Le grotte, costruite sotto ad una roccia alta 150 metri durante il regno di Anurādhapura (primo secolo a.C. – 993 d.C.) e di Polonnaruwa (1073 – 1250), Sono di gran lunga le più imponenti dello Sri Lanka. L’accesso si trova lungo il lieve pendio di roccia di Dambulla, ed offre una panoramica delle pianure circostanti, inclusa la fortezza in pietra di Sigiriya, a 19 km di distanza. Durante il crepuscolo centinaia di rondini planano attraverso l’entrata della grotta. La grotta più grande misura 52 metri da est ad ovest, 23 dall’entrata al fondo, e raggiunge i 7 metri nel suo punto più alto. In questa grotta sono rappresentate divinità indù oltre ai re Valgamba e Nissankamalla, e Ananda – il più devoto discepolo del Buddha.

https://www.360cities.net/image/dambulla-cave-n3-the-maha-alut-viharaya

https://www.360cities.net/image/dambulla-cave-n1-the-devaraja-lena

Si rientra evitando l’ennesimo temporale, ma prima di cena decidiamo di fare un bel massaggio ayurvedico rilassante, dopo questa giornata ci sta tutto!


17 Marzo

Si riparte in direzione Kandy, l’hotel ci ha trovato un passaggio e subito dopo colazione siamo di partenza, durante il tragitto breve sosta al tempio Indù Sri Muththumari Amman Kovil, grande e molto colorato, e dopo un paio d’ore siamo arrivati!

https://www.360cities.net/image/sri-muththumari-amman-kovil-matale

A Kandy, sapendo che ci saremo ritornati avevamo lasciato da parte il tempio principale, forse il più importante di tutta la nazione: il tempio del Sacro Dente o Sri Dalada Maligawa.
Il tempio dove è custodita la reliquia del sacro dente sorge in città, all’interno del complesso del Palazzo Reale di Kandy. Esso rappresenta uno dei maggiori centri di pellegrinaggio buddhista. Secondo la leggenda, alla morte di Buddha il suo corpo fu cremato su una pira di legno di sandalo a Kusinara in India, ma il suo dente canino sinistro fu recuperato da Arahat Khema che lo affidò al re Brahmadatte.
La reliquia divenne non soltanto proprietà del re, ma anche simbolo e base di legittimazione del diritto del re di governare la sua terra, tanto che vi furono guerre per assicurarsi il possesso della reliquia, che era conservata nella città di Dantapuri (l’attuale città di Puri nello stato indiano di Orissa).
Nel IV secolo la reliquia apparteneva al re Guhasiva di Kalinga, il quale, temendo che potesse finire nelle mani dei suoi nemici, lo affidò a sua figlia, la principessa Hemamali, che insieme al marito Dantakumara lo trasportò segretamente in Sri Lanka nascondendolo nella propria acconciatura.

https://www.360cities.net/image/lower-storey-shrine-sri-dalada-maligawa-kandy

https://www.360cities.net/image/new-shrine-room-sri-dalada-maligawa

 La visita al tempio dura un’ora circa, completamente scalzi, a dire il vero in alcune zone camminare all’esterno sotto al sole sul pavimento rovente non è proprio il massimo. A Kandy siamo in una guest house molto carina e pulita situata proprio appena superato il viewpoint nel punto alto della città.
Abbiamo il pomeriggio libero per gironzolare a caso nella città. Anche qui intenso traffico, molti negozi, un grande centro commerciale, tante sale da te.
Giriamo assaggiando te e alcuni buonissimi succhi di frutta. Dopo cena si rientra, domani si riparte, tappa obbligata il treno che da Kandy conduce ad Ella, a detta di molti tra le tratte più belle del Mondo… vedremo.


18 Marzo

Colazione e via alla stazione. Biglietti prenotati dall’Italia sul sito ufficiale delle ferrovie dello Sri Lanka: http://www.railway.gov.lk/web/index.php
Prenotate in anticipo perchè i biglietti prima classe finiscono presto, alcuni biglietti vengono mantenuti in vendita al di fuori di internet ma solo per le classi 2a e 3a.

https://www.360cities.net/image/kandy-railway-station

Il treno è ancora una volta puntuale, molto affollato, ma sempre ordinato e mai sovraffollato. Come sempre ci si può muovere in libertà e anche se non c’è mia posto sulla porta basta aspettare o chiedere e si riesce a scattare foto o guardare semplicemente il panorama senza fretta. Anche perchè la velocità media del treno è sui 30km/h, qui tutto va senza fretta.

Si passa tra stupendi paesaggi naturali, cascate, piantagioni di te, fiumi e paesini, templi, gallerie… c’è un’aria veramente familiare a bordo, addirittura alcuni ragazzi cingalesi ci offrono dei Ferrero Rocher. Non sò se sia effettivamente il viaggio più bello della Terra in treno, ne ho fatti altri in tanti altri paesi, alcuni effettivamente bellissimi, ma anche questo ha un fascino tutto suo.

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