Le tradizioni nascono casualmente e così per il terzo anno consecutivo, come da tradizione ormai, mi ritrovo seduto su un aereo con accanto mia figlia; questa volta dopo Africa e Asia andiamo in America, destinazione California. Sono le 10,27 del 27 Dicembre il volo Alitalia sta partendo….byeeee.
Il primo volo per Boston di 9 ore passa tranquillo tra un film e l’altro; quando atterriamo invece in neanche 2 ore dobbiamo fare la procedura per i visti, ritirare i bagagli anche se hanno già l’etichetta per Los Angeles (al primo ingresso con compagnia non Americana funziona così), cambiare terminal, ri-imbarcare i bagagli, controllo bagagli a mano che si complica se Julia si dimentica la bottiglia d’acqua dentro e andare al gate. Secondo volo di 6 ore in cui la stanchezza si fa sentire, comunque atterriamo precisi alle 19 locali, ritiro bagagli, ritiro auto e via in hotel, siamo 9 ore indietro e abbiamo sonno.
Domani sveglia presto giornata piena. Good night.
28 dicembre – day 1
Sveglia presto…. neanche alle 3 di mattina siamo svegli!!! Più presto di così!? Per farla breve oggi tappa agli Studios che aprono alle 8am quindi decidiamo di prenderla con calma e alle 6,15 siamo già fuori dall’hotel. Cerchiamo un posticino per la colazione, percorriamo l’interstate che porta a Nord di Los Angeles, parcheggiamo e alle 7,40 siamo davanti alla famosa sfera dell’ Universal Pictures.
La giornata di oggi vola in questo posto, alle 8 siamo tra i primi davanti ai cancelli Hogwarts, riusciamo con nessuna fila a visitare il castello e la sua giostra (pazzesca, sembra di volare sulla scopa, camminare tra fantasmi e creature leggendarie), facciamo anche le piccole montagne russe fuori; nel pomeriggio la fila arriverà anche a oltre 3 ore!!!. Poi passiamo alla parte bassa del parco per bagnarci tra le grinfie dei dinosauri di Giurassic Park e impaurirci tra le mummie, quest’ultima quella che ci ha veramente terrorizzato con le sue accelerazioni e discese. Poi i Minions, lo spettacolo degli animali, veloce pausa pranzo e via all’incredibile show di Waterworld , poi passeggiata tra i morti di Walking Dead e a teatro da Kung fu Panda, insomma se entrate presto c’è da divertirsi per ore. Riusciamo a vederci praticamente tutto.
Posto incredibile per i più piccoli ma anche per i grandi. Però non è tutto oro quello che luccica…o forse qui in questo parco è così, l’ingresso è molto caro e se prendete i biglietti salta la fila, che non consiglio se riuscite ad entrare presto, per una famiglia di 4 persone non basta uno stipendio!!! All’interno è tutto caro, basta pensare che una bottiglietta d’acqua costa 4$, ma quello che più mi ha sorpreso è che parcheggiare costa da un minimo di 30 ad un massimo di 60$ in funzione della vicinanza…. Bha!!! Noi con 40$ siamo quasi davanti ai cancelli, con 60$ non capisco dove si dovrebbe parcheggiare!!!!
Alle 17 sfiniti usciamo, ci dirigiamo verso la scritta più famosa del mondo anche se non riusciamo ad avvicinarci troppo, qui gli abitanti sono abbastanza stufi dei turisti e stanno boicottando le visite con cancelli ed evitando fare parcheggiare… Comunque qualche foto siamo riusciti a farla.
Ormai sono le 19 mangiamo qualcosa e per oggi basta, siamo sfiniti e insonnoliti.
Domani si continua sempre a Los Angeles.
29 dicembre – day 2
Il jet lag ancora non ci molla, non sono 5 quando ci svegliamo, ce la prendiamo con calma ma alle 7 siamo già lungo la 101 direzione nord, si va al Griffith Observatory, posto panoramico e parco pubblico. Vista molto bella sulla città.
Passeggiata e si riparte, verso la strada delle celebrità: prossima fermata Wall of Fame.
È ancora relativamente presto, facciamo una pausa caffè con dolcetto e siamo in mezzo alle stelle!
Capisci di essere vecchio quando chiedi a tua figlia se sa chi è Elvis e lei ti risponde uno dei Marvel! Verso pranzo si riempie di gente, sembra un mix di carnevale tra sosia di personaggi famosi e gente strana.
Tra i più fotografati il vincitore assoluto è Michael Jackson!! Poi si difendono molto bene anche Trump, Sylvester Stallone e Marylin Monroe.
https://www.360cities.net/image/walk-of-fame-hollywood-blvd
Ci sono musei stranissimi, quello dei Guinness, dei selfie, delle illusioni ma quello che per Julia è irrinunciabile è quello dei Funko Pop, le caricature di tutti i personaggi della TV sottoforma di pupazzo squadrato, dove puoi anche ricreare il tuo pezzo unico!!
Nel pomeriggio ci dirigiamo verso Beverly Hills percorrendo la Sunset Boulevard, il traffico nonostante sia domenica è buono.
Nessun vip avvistato, si prosegue verso un monumento recente, l’Urban Light.
Urban Light è una scultura di Chris Burden ed è composta da 202 lampioni disposti in una griglia. Le lampade provengono principalmente dalle strade del sud della California, tra cui Hollywood, Glendale e Anaheim, con alcune provenienti da Portland, Oregon. Ci sono 16 diversi modelli di lampioni rappresentati, molti dei quali sono stati commissionati per particolari quartieri e strade.
I globi di vetro della scultura hanno tre forme generali: rotondo, ghianda e cono. Le 309 lampadine a LED sono alimentate a energia solare e si accendono dal tramonto all’alba.
Molto affollata riusciamo comunque a fare alcune foto.
Rimaniamo anche colpiti da un moderno centro commerciale vicino.
https://www.360cities.net/image/petersen-museum-store
Passando per Downtown si rientra, mangiamo qualcosa e facciamo spesa per la colazione, domani si lascia Los Angeles. Bye bye LA.
30 dicembre – day 3
Anche oggi sveglia incredibilmente presto, sono le 4 e mi sveglio, poco dopo anche Julia. Oggi tappa di spostamento arriviamo a Bakersfield passando per il Joshua tree National Park (come arrivare a Roma da Siena passando per Ancona). Il Joshua tree è l’unico parco della California che ancora non ho visitato e quindi ora o mai più. Oggi fa freddo, nelle 120 miglia che separano LA dal parco si è alzato inoltre un vento gelido che porta anche alcuni fiocchi di neve. La situazione non migliora al parco nazionale, le strade sterrate sono tutte chiuse come ci avvisa il ranger al centro visitatori, ma il parco è aperto; e meno male perché con la neve ha un fascino particolare. Il parco è una enorme distesa di questa particolare pianta e ammassi di roccia. Noi decidiamo di percorrere alcuni sentieri a loop e di fare la pausa pranzo al termine del primo. Non è poi così freddo, anzi la neve come sempre porta la sua allegria, Julia tra il lancio di palle di neve, alcuni scivoloni e pose da diva non rompe come al solito dicendo che è stanca, ma è molto attiva, vuole la macchina fotografica anche per fare foto (forse era meglio se fosse stata meno carica).
La Yucca brevifolia è una pianta appartenente al genere Yucca della famiglia delle Agavacee. È nota negli Stati Uniti come Joshua tree (in italiano albero di Giosuè) o Yucca palm o ancora Yucca tree e in lingua spagnola izote de desierto. Questa pianta generalmente a portamento arboreo delle Monocotiledoni è nativa del sud-ovest del Nord America negli stati della California, Arizona, Utah e Nevada. Essa prospera nelle praterie aperte della Queen Valley e della Lost Horse Valley, all’interno del Parco nazionale del Joshua Tree.
Il nome Joshua tree fu dato da un gruppo di coloni mormoni che attraversarono il deserto del Mojave nella metà del XIX secolo. La particolare forma dell’albero ricordò loro una storia della Bibbia nella quale Mosè alzava le braccia al cielo per pregare e solo quando le sue braccia erano alte Giosuè e il suo esercito vincevano (Esodo 17,8-16). Gli allevatori e i minatori che erano insieme ai mormoni ottennero benefici dalla Y. brevifolia, usando i tronchi e i rami come riparo e come carburante per i veicoli a vapore.
Ci sono comunque tutte le piante e gli animali caratteristici del deserto come serpenti, topolini e cactus perché qui in estate fa caldo, peccato non poterci dormire accampato, bisogna proseguire.
https://www.360cities.net/image/joshua-tree-national-park-in-winter
Sosta intermedia a Bakersfield per poi passare alla costa della California domani e festeggiare la fine dell’anno…
31 dicembre – day 4
Veloce colazione e si riparte. Oggi giornata soprattutto di auto, ma percorriamo una di quelle strade che sono ormai un’icona di viaggio-libertá-vacanza la California n°1 o CA1 highway, la strada che da Los Angeles percorre tutta la costa californiana. In pratica si fatica a tenere gli occhi puntati sulla strada, tra vedute mozzafiato, scogliere, animali spiaggiati al riposo sotto al sole, alle onde, ma anche falchi, aironi e sequoie enormi…, soltanto percorrendola si capisce perché è così famosa.
Pranzo al volo e si continua…. Nel pomeriggio arriviamo a Santa Cruz dove ci fermiamo a festeggiare l’anno nuovo.
Una cittadina molto carina con un bellissimo molo sul mare ed un enorme parco giochi che occupa quasi tutto il lungomare. Andiamo a cena fuori, passeggiata digestiva sul molo e poi poco prima della mezzanotte si rientra, ci scambiamo gli auguri e a ninna… I nostri grandi festeggiamenti finisco così 🙂 l’importante è essere felici.
https://www.360cities.net/image/waddell-beach-california
Buon 2020 e ci vediamo domani…. Emh oggi!!!
1 gennaio – day 5
Oggi si arriva a San Francisco! Ma prima si fa colazione… abbiamo trovato un posto carinissimo classico americano: lo Zachary’s.
Colazione leggera leggera e siamo pronti per partire.
Percorriamo ancora la CA 1 direzione nord, le vedute ancora mozzafiato, ci fermiamo ogni tanto a fare alcune foto e a giocare con le onde .
Con comodo all’ora di pranzo arriviamo a San Francisco, lasciamo le valigie e parcheggiamo in una autorimessa vicino.
L’hotel è stupendo, un vecchio palazzo (qualcuno dice un vecchio bordello) tutto in stile curato nei minimi particolari, il San Remo, a due passi da Lombard street e dai famosi Pier. Comincia alle 15 la visita della città, sono molto curioso, le voci riguardanti il posto non sempre sono buone, però a me ha sempre affascinato e incuriosito.
Iniziamo dirigendoci verso la Coit Tower, purtroppo oggi è chiusa, ma dalla passeggiata possiamo capire che San Francisco è veramente tutta un sali-scendi, così dopo essere saliti scendiamo verso il famoso Pier 39.
Qui oltre ai tanti turisti ci sono ad attenderci numerosi leoni marini in completo relax sulle banchine galleggianti.
Dopo il tramonto andiamo nella via più famosa della città: Lombard street, dove c’è un continuo scendere di auto.
https://www.360cities.net/image/lombard-street-by-night-san-francisco
Ceniamo vicino l’hotel e poi ci riposiamo verso le 22,30; domani ci divertiamo… Good night.
2 gennaio – day 6
Oggi giornata faticosa ma divertente. Decidiamo di prendere una bici per muoverci in città, vicino al nostro hotel c’è un “rent a bike” così preso l’indirizzo partiamo, il caso vuole che sta proprio al capolinea della linea dei cable car….e che fai non puoi farti sfuggire l’occasione, così mentre il conducente gira il vagone, prendiamo i biglietti e dopo un istante siamo saliti.
Il singolo viaggio costa 8 dollari!! Alla fine decidiamo per l’abbonamento di 3 giorni con ingresso a 3 musei, tutti i mezzi urbani inclusi e nel pacchetto c’è anche una gita in barca nella baia e sotto al Golden bridge (90$ adulti e circa 75 bambini). Il viaggio iconico nel cuore della città comunque è piacevole e fa sosta nei punti principali come Chinatown, Lombard, cable car Museum fino a Union Square. Passeggiata per il centro e poi si torna, ci aspetta il tandem.
https://www.360cities.net/image/san-francisco-cable-car-powell-st-market-st-terminal
San Francisco è piena di attività che affittano bici, anche se la città pur essendo in riva a mare è tutto un sali-scendi. La fatica è assicurata!!
Ci dirigiamo comunque subito nelle zone più distanti che vale la pena vedere, prima tappa il quartiere Mission ed i suoi murales.
https://www.360cities.net/image/mission-district-murals
Poi verso Castro il quartiere che con il suo orientamento omosessuale ha fatto la storia.
Poi ancora verso le case dell’epoca vittoriana: le Pink lady
Nel frattempo comunque abbiamo anche mangiato.
Quindi non ci resta che il celeberrimo Golden bridge. La strada è ancora lunga e qualche volta bisogna anche scendere perché alcune salite sono veramente impegnative, se poi Julia pedalasse invece di fare da passeggero… così piano piano attraverso quartieri e parchi urbani arriviamo. C’è tanta gente sia a piedi che in bici ed il ponte oltre alle corsie per le macchine ha anche uno spazio riservato a pedoni e uno doppio per le bici per entrambi i sensi di marcia.
Pausa rinfrescante al visitor center e poi si parte per attraversare il ponte verso Sausalito.
Rigiriamo e si rientra con calma, guardando verso il basso è pieno di leoni marini che nuotano e bella è anche la visita sulla città.
https://www.360cities.net/image/sf-golden-gate-bridge-at-sunset
Prima di consegnare la bici però dobbiamo fare una ultima cosa: percorrere Lombard street!!!
Giornata lunga che ancora non è finita, doccia e si cena, passeggiata digestiva nei Pier e poi a ninna. Good night
3 gennaio – day 7
Dopo colazione continuiamo a visitare la città, prossima sosta l’acquario.
Situato in uno dei luoghi più caratteristici della città, il Pier 39, l’acquario ci mostra tutta la fauna e la flora della baia, ma visto che apre alle 10 facciamo un salto al Pier per visitare i leoni marini che si rilassano al sole.
Poi entriamo. L’acquario è grande e molto carino, dentro si ha anche la possibilità di toccare gli squali di Alcatraz e le piccole razze, oltre a passeggiare in mezzo ai pesci percorrendo i due tunnel che passano sotto.
Avendo fatto il city pass abbiamo ingresso gratuito a 4 attrazioni, le cable car e tutti i mezzi Muni, così prossima sosta è l’Exploratorium.
L’Exploratorium è un divertente museo della scienza veramente enorme, noi non lo abbiamo fatto tutto perché per risolvere i vari esperimenti e i vari giochi probabilmente non basta un giorno.
Prosegue dopo un breve pranzo il tour della città: prossima fermata Chinatown.
Questo quartiere è una delle Chinatown più antiche e consolidate degli Stati Uniti. Una volta attraversato il famoso Dragon’s Gate, ci si imbatte in una fitta rete di stradine e vicoli ricchi di chioschi di dim sum e altri ristoranti tradizionali, nonché erboristerie, panetterie e pasticcerie, negozi di souvenir. Il gelato al macha è favoloso.
Incontriamo anche i famosi palazzi con le scale antincendio 🙂
Ormai siamo pratici dei mezzi, prendiamo una cable car fino al capolinea e poi con il 28 arriviamo al Golden gate bridge per le foto al tramonto.
Cena fuori e poi ancora in giro a scattare foto… ormai abbiamo smaltito il jet lag, anche se tra un paio di giorni si riparte.
4 gennaio – day 8
Ultimo giorno purtroppo, ci restano ancora un paio di cosette : il California Academy of Sciences e il traghetto nelle baia (purtroppo non riusciamo a visitare Alcatraz).
Si comincia dal museo delle scienze, anche questo in un padiglione moderno e enorme, al suo interno un planetario, un mega acquario con tunnel, una foresta amazzonica a 4 piani, l’ala degli animali Africani stile museo di NY (quello del film per intenderci) un giardino esterno con le renne e altri reparti per gli animali marini, artici e estinti. Anche questo fa parte degli ingressi liberi per i possessori di city pass così come il traghetto nella baia, alla fine sono 150€ per tutti e due che ci siamo ampiamente ripagato (una corsa in cable costa 8$ e un bus 2,5$).
Altri 2 bus e siamo a prendere il traghetto.
Il tour dura circa un’ora, passiamo davanti ai leoni marini, poi sotto al ponte, circumnavighiamo Alcatraz e ci avviciniamo al Bay bridge per poi rientrare.
Riprendiamo l’auto dopo 4 giorni, salutiamo il nostro bellissimo hotel e non contenti, saliti in macchina, andiamo a percorrere Lombard street!! Dopo a piedi, in bici non poteva mancare in auto.
Ci avviciniamo al nostro ultimo hotel verso sera e poi ultima sosta al Denny’s vicino. Il nostro tour della costa californiana termina qui.
Escludendo l’Alaska erano 3 anni che non tornavo in USA, sinceramente la trovo più cara in tutto anche nella famosa benzina, ormai a quasi 4 dollari a gallone. Non a caso c’è molta più gente povera in giro, veramente tanta sia a LA che a SF, se poi aggiungiamo che il cambio non è più così favorevole costa tutto molto.
In compenso non abbiamo mai avuto la minima percezione di pericolo anche girando la sera o passeggiando in zone periferiche, dove spesso si vedono tende Decathlon sui marciapiedi.
Gli americani come sempre sono molto gentili, rispettano i semafori e se stai fermo ad una svolta non ti maledicono come da noi, i pedoni hanno sempre la precedenza e se sulle superstrade metti la freccia puoi sorpassare dove vuoi. A Los Angeles il traffico c’è ma con l’auto si arriva ovunque, stessa cosa a San Francisco dove però per parcheggiare l’auto ci vuole uno stipendio, vicino ai moli costa un’esagerazione, ma a differenza di Los Angeles con i mezzi si gira benissimo.
Tra le due di gran lunga San Francisco, che non ho trovato così sporca come mi avevano detto ma mantiene un fascino tutto particolare con i suoi sali-scendi, le sue case a gradoni e il suo ponte indimenticabile.
https://www.360cities.net/image/lombard-street-by-night
Mi mancherà questa vacanza!
Un ringraziamento come sempre alla mia spacciatrice di biglietti (giusto la sua pazienza) Rachele di Vicotours… ci rivediamo presto 😘